Scandalo calcio- Le ultime indiscrezioni sull'inchiesta di Napoli

Nelle indagini anche i rapporti Milan-Juve

di  Giacomo Amadori 26/5/2006

Adriano Galliani, vicepresidente e amministratore delegato del Milan, con Antonio Giraudo, ex amministratore delegato della Juve: litigarono per gli arbitri e le tv, poi fecero pace.Gli inquirenti hanno aperto nuovi filoni investigativi. Uno sui legami fra le due squadre di vertice del campionato. Esaurita la carica di dossier e intercettazioni, si punta sugli interrogatori.  
I vertici dell'Arma avevano dato un ordine preciso: proteggere in tutti i modi le informative. E dopo l'uscita di stralci sui giornali di quelle del 19 aprile e del 2 novembre 2005, avevano puntato tutto sull'ultima, quella datata 21 gennaio 2006.
La più recente, forse la più delicata. Al Nucleo operativo dei carabinieri di via in Selci a Roma hanno provato a difenderla sino all'ultimo, alzando la soglia di protezione elettronica. Ma alla fine hanno dovuto dichiarare la resa. Troppi spifferi.
Anche della terza informativa si fanno filtrare indiscrezioni. In questo dossier si approfondirebbero i rapporti del Milan, in particolare del collaboratore rossonero Leonardo Meani, con il mondo arbitrale. Un argomento su cui è già stato ascoltato, come testimone, il vicepresidente e amministratore delegato del Milan Adriano Galliani.

Nuovo filone d'indagine
I rapporti Juve-Milan sono uno dei nuovi filoni di indagine su cui stanno lavorando gli investigatori. Nelle prime informative (e quindi nelle intercettazioni) non si affronta l'argomento.
Sotto la lente degli inquirenti ci sono i documenti sequestrati in Federcalcio e una telefonata del gennaio 2005, quando Galliani e il collega juventino Antonio Giraudo litigarono: il primo accusava i bianconeri di controllare gli arbitri, il secondo si lamentava del trattamento riservato alla Juventus dalle reti Mediaset.
Poi ritornò la pace. Perché? Gli investigatori sperano che la risposta arrivi dagli interrogatori.

Suq arbitrale
Secondo le intercettazioni, il mondo degli arbitri era un suq. C'era chi offriva e chi chiedeva questo o quel direttore di gara per la partita più temuta.
A proposito dell'ex designatore Pierluigi Pairetto, qualcuno parla di mercato, ma non per accusarlo di avere intascato presunte tangenti o regali illeciti.
Il suo collega Paolo Bergamo dice in una telefonata: «Gigi risponde alla Sampdoria... al Milan... all'Inter... al Verona... al Vicenza... al Palermo... a tutti quelli dove ci sono grandi magazzini e lui ha bisogno di lavorare!».
Grandi magazzini? La soluzione al mistero forse si trova nel paese natale di Pairetto, Nichelino (Torino), dove l'ex arbitro ha una piccola quota nella Happysystem, società che organizza eventi. In particolare nei centri commerciali.

Pierluigi Pairetto, ex designatore arbitrale insieme insieme con Paolo BergamoRistoratori
Leggere le informative conferma un costume italico: le grandi decisioni si prendono a tavola. Per esempio Luciano Moggi considerava l'osteria romana Tullio, che frequenta da trent'anni, come il suo ufficio.
E anche se oggi l'ex dirigente juventino diserta, in una recente cena gli amici di sempre hanno lasciato libera la «sua» sedia. Gianni, il titolare, ricorda le allegre tavolate con 15-20 persone, le mangiate di Moggi con i numerosi amici ufficiali della Guardia di finanza o con Clemente Mastella.
E che Moggi si fidi dei suoi osti lo prova un altro passaggio delle informative, dove vengono citati Arturo De Cillis, 82 anni, di Cernobbio (Como), e il figlio Cristino, proprietario dell'albergo Il giardino, molto frequentato dai calciatori, compresi quelli juventini. De Cillis senior era il titolare delle tre utenze svizzere utilizzate da Moggi per le sue chiamate più delicate. Il motivo? Per ora resta oscuro anche per gli inquirenti.
De Cillis non è l'unico ristoratore che compare nell'inchiesta. Un altro è il lodigiano Leonardo Meani (proprietario dell'Isola Caprera), ex arbitro e collaboratore milanista per le giacchette nere. Meani, secondo gli inquirenti, cercava di rendere meno indigesto per il Milan il menù moggiano delle designazioni arbitrali.

Palazzo Italia
Il terremoto ha preceduto la posa della prima pietra, così Palazzo Italia, in vista dei Mondiali di Germania, resterà un progetto incompiuto.
Doveva essere la risposta di Alessandro Moggi e della sua Gea World a Casa Azzurri, l'ambasciata che la Federcalcio allestisce in occasione dei grandi appuntamenti della Nazionale, il palcoscenico per le interviste e i buffet. Un desiderio di grandeur che stava imbarazzando i vertici del Coni e della Figc, agitati dall'idea di una concorrenza così.
Certamente il palazzo era destinato a ricevere la visita di molti ospiti importanti: infatti alcuni giocatori azzurri, e secondo le informative dei carabinieri lo stesso commissario tecnico Marcello Lippi (lui, però, ha smentito), erano assistiti da agenti Gea. Avrebbero potuto rifiutare gli inviti a cocktail e serate offerti nella nuova struttura?

Ispettori
Telefonate stralciate dalle informative, altre eliminate su decisione del giudice delle indagini preliminari, altre ancora omesse perché di scarsa rilevanza: la caccia alle chiamate più riservate continua.
Per i pm napoletani una delle ultime sorprese indigeste è stata la pubblicazione sulla Stampa di un colloquio di Clemente Mastella e Luciano Moggi che non compariva su nessuna delle informative consegnate alla procura di Napoli. Da dove è uscita?
Il neoministro della Giustizia invierà ispettori per scoprire la manina che ha distribuito la telefonata che lo riguarda? Una simile decisione potrebbe suscitare polemiche, visto che, secondo alcune indiscrezioni, le indagini sulla Gea World hanno sfiorato Pellegrino Mastella.
Il figlio del leader dell'Udeur è il procuratore del calciatore Rej Volpato, che quest'anno ha esordito in serie A nel Siena, una delle squadre al centro delle indagini.

Cuore di mamma
Nelle intercettazioni non mancano le voci femminili. Nella farsa di Calciopoli recitano ruoli abbastanza marginali, però esibiscono un accentuato senso materno.
L'ex segretaria della commissione arbitri Maria Grazia Fazi, licenziata, confida di avere cercato di commuovere Moggi: «E nel bel mezzo del discorso so' scese due lacrime belle, ma due belle, l'ho sconvolto!». Risultato: un bel posto di lavoro in Federcalcio per il figlio Fabrizio.
Anche Anna Maria, moglie dell'ex ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, esibisce il suo cuore di mamma quando telefona direttamente al vecchio amico Moggi per ottenere i biglietti della partita per il figlio Gigi.

Fonte www.panorama.it

 

Indietro